L'ATTIVITÀ APOSTOLICA
Con intuito femminile e tenerezza Santa Paola Elisabetta, istituisce la sua opera per rispondere ai bisogni e alle necessità della gente di campagna del suo tempo e della sua terra. Secondo dati ricavati da documenti e inchieste del tempo, la bergamasca della seconda metà dell’ottocento presenta un panorama di estrem povertà e abbandono della popolazione rurale. I contadini - proprio perché dimenticati da tutti - diventano allora i destinatari privilegiati dell’attenzione di Paola Elisabetta. Ella orienta il suo cuore e la sua opera alla riabilitazione della dignità di quel mondo non attraverso un mero assistenzialismo ma promuovendo dall’interno le potenzialità in esso presenti.
Nei suoi scritti definisce con chiarezza la finalità della propria istituzione: “L’Istituto ha di mira di dedicarsi con tutti i mezzi e sforzi convenienti, anche col sacrificio delle proprie sostanze, al servizio della classe contadina, adoperandosi alla retta educazione delle povere giovani e fanciulle della campagna, aprendo ricovero nelle proprie case alle più povere ed abbandonate, mantenendole del proprio, a misura dei mezzi e delle sostanze, di cui può disporre, istruendole (oltreché nei sani principi della religione e della morale e nei primi rudimenti del leggere e dello scrivere) nell’arte agraria, del lavorare e coltivare la terra e in tutte quelle faccende che si addicono ad una giovane contadina perché possa diventare un giorno buona madre di famiglia e portare fra la gente di campagna colle sue cognizioni, coll’opera sua e col suo esempio, l’amore al lavoro e massime all’arte agraria, insieme all’amore ed alla pratica della religione e dei Santi precetti di Dio”.
Paola Elisabetta, consapevole che l’accoglienza delle orfane in apposite case, da sola, non è sufficiente a risollevare la realtà di abbandono del mondo rurale, affianca ad esse altre iniziative che ne favoriscono ed integrano l’interno movimento di sviluppo. Oltre il ricovero gratuito nelle case dell’Istituto…l’Istituto imprende anche varie opere, cioè: 1. Scuole di carità per le fanciulle ed anche per le adulte della classe stessa dei contadini. Anche in queste scuole si adotteranno i metodi, le istruzioni ed i lavori appropriati alla loro condizione. 2. Le ricreazioni nelle case dell’Istituto i giorni di festa dopo le funzioni parrocchiali per le fanciulle e le giovani 3. Gli esercizi spirituali di S. Ignazio per le povere figlie della campagna.
LA SPIRITULITÀ DELL SACRA FAMIGLIA
Santa Paola Elisabetta Cerioli quando fonda il suo Istituto si ispira al mistero di Nazareth, contemplato nella vita ordinaria e semplice dell'esperienza familiare quotidiana. Da questa contemplazione adorante scaturisce una descrizione dei "Modelli della nostra condotta" dai toni mistici e insieme realistici.
Ella così scrive: "Quale sarà, o sorelle carissime, il fondamento e la base di questo novello edificio, onde possa crescere e fiorire alla maggior gloria di Dio, a salute delle nostre anime ed a vantaggio dei prossimi?... Il titolo che abbiamo assunto ce ne fornisce abbondantemente i disegni ed i materiali, se noi con attenzione particolare ne studieremo i modelli nei tre santi personaggi, dei quali è formata questa Augusta e Divina Famiglia, della quale ci chiamiamo Sorelle. Sì, mie carissime, da questa noi dobbiamo formarci lo spirito, i sentimenti, l'inclinazione ed il cuore. Consideriamoli spesso nella loro povera casetta di Nazaret ed imitiamo il loro raccoglimento, il loro assiduo lavoro, la loro povertà: i nostri occhi si aggirino e si fermino ora su Maria per ricopiare in noi la sua modestia, il suo raccoglimento, la sua compostezza: ora su Giuseppe per ammirare la sua tranquillità, la sua prudenza, il suo abbandono e la sua confidenza in Dio: su Gesù poi, oh sì, su Gesù! ... e ci si presenterà la sua mansuetudine, la sua dolcezza, la sua umiltà: in tutti poi una bontà, una affabilità, una certa aria di Paradiso che incanta e che innamora! ... Oh che grandi lezioni, che grandi cose, che grandi esempi possiamo ricavare da questa Augusta Famiglia, da questi grandi Personaggi! Non leviamo mai gli occhi, la mente e d il cuore dalla loro presenza. In tutti gli incontri, in tutti gli avvenimenti sì prosperi che avversi, la loro vita, la loro condizione comune e povera, le loro occupazioni, le loro fatiche, ci forniranno abbondante materia d’esempi e d’istruzione”.
(Direttorio 1906 pag. 71).
L'umiltà, la semplicità, la povertà, l'amore al lavoro ad imitazione della Sacra Famiglia di Nazaret, formeranno lo spirito di questo Istituto e le Suore che lo compongono si studieranno di modellarsi su quella vita povera e stentata di tanto raccoglimento interiore, di tanto nascondimento e sì umile fatica che da Gesù, Maria e Giuseppe si conduceva in quella casa beata.
"Viviamo della vita di questi tre personaggi, entriamo nelle disposizioni, seguendo soprattutto l'esempio di Gesù. Teniamo sempre davanti agli occhi questo Divino Esemplare: la Sua modestia, la Sua bontà, la Sua affabilità,la compostezza, la pietà e il Suo candore, procurando di uniformare a Lui, per quanto ci sarà possibile, i nostri sentimenti, i nostri desideri e le nostre inclinazioni."